Distanti ma TUTTI uniti. Cambiamo prospettiva
Sono giorni ormai che mi risuona in testa una canzone dei L’Orage, un gruppo che ho conosciuto quasi un anno fa, in un periodo ben diverso da oggi.
La canzone si intitola “Il mare in mezzo (sul perché hanno i cellulari)” e mi è rimasta impressa sin da subito, perché racconta in modo delicato e da un punto di vista differente la storia di tanti ragazzi che incontro ogni giorno. Racconta cioè di tutti quei ragazzi che si mettono in viaggio con “la faccia tosta di fare fortuna,vent’anni appena e l’aria di un cane che abbaia alla luna…senza mostrare di saperne la faccia che a questo mondo chi ha fame e chi ha sete la gente lo scaccia”. Ma non racconta solo di loro, racconta il particolare punto di vista di chi invece rimane a casa con i dubbi e le paure generate dalla lontananza e dalla difficoltà di comunicare con chi si è messo in cammino “Con tanto mare tra noi, com’è difficile restare in contatto che ogni mattina ti svegli in un letto lontano dal mio ti prendi cura di te chissà che grande che bella l’Italia chissà se in tutto quel mondo ogni tanto ti ricordi di me”.
Nel racconto dei percorsi migratori e delle persone che si mettono in viaggio, difficilmente viene considerato, purtroppo, il punto di vista di chi rimane a casa e l’importanza di mantenere vive quelle relazioni, sia per chi si mette in cammino, sia per chi rimane e aspetta spesso anche per mesi di avere notizie del proprio caro. E quindi il cellulare o la possibilità di avere accesso a una linea internet diventano spesso nel racconto popolare dei vizi, un qualcosa di futile o una richiesta di cui indignarsi. E’ curioso come oggi, alla luce di quanto stiamo vivendo ormai da settimane, con la necessità di rimanere isolati e ridurre le relazioni sociali al minimo, siamo tutti costretti a vivere quella stessa difficile situazione di isolamento e lontananza dalle persone che amiamo, con la possibilità di mantenere relazioni umane quasi unicamente attraverso la tecnologia.
Ma per qualche motivo il cellulare non è però per noi un vezzo, ma uno strumento fondamentale per permetterci di restare in contatto con i nostri cari, la situazione è da molti punti di vista la stessa, ma cambia la prospettiva. A oggi ancora non sappiamo quanto durerà questo periodo di isolamento forzato, ma più tempo passerà e maggiori saranno le difficoltà di riprendere la nostra vita e le nostre abitudini, in particolar modo per le persone più fragili già in partenza. Quello che possiamo fare nel mentre è cercare di mantenere vive le nostre relazioni, certo, ma tra una videochiamata e un flash mob sul balcone possiamo anche provare a cambiare la nostra prospettiva, provare a riflettere sulla situazione di isolamento sociale che stiamo vivendo oggi, ma che tanti tra noi stanno vivendo da anni, isolati perché migranti, Minori stranieri non accompagnati, ragazzi in comunità e adulti senza fissa dimora, provando a impegnarci, quando possibile sin da subito, per far si che questo isolamento ben più vecchio di poche settimane abbia finalmente fine per tutti, non solamente per i più fortunati tra noi.
Per chiudere in musica vi propongo di ascoltare finalmente la canzone dei L’Orage “Il mare in mezzo”, direttamente dalla loro pagina Facebook e in una versione un po’ particolare, con tutti i membri della band che suonano ognuno dalla propria casa, distanti ma uniti.
#distantimaTUTTIuniti L’Orage – Il mare in mezzo
Massimiliano Manai, responsabile Sportello del neomaggiorenne Torino