Danielle Frederique Madam: “Lo sport è la mia rivincita”
È dolce, ma anche forte e decisa. Ha avuto un passato difficile, ma ha trovato anche grazie alla passione per lo sport un suo percorso di riscatto. Reduce da un ultimo successo, la conduzione di “Notti europee” su Rai1, Danielle Frederique Madam è stata una delle protagoniste dell’edizione 2021 del “Care Leavers Day” promosso dall’associazione Agevolando per celebrare chi cresce “fuori famiglia”. Danielle è infatti nata in Camerun 24 anni fa ma è cresciuta poi in Italia vivendo per undici anni in una casa-famiglia. Cinque volte campionessa di getto del peso, si è battuta anche per il diritto alla cittadinanza di tutti i giovani di “seconda generazione” come lei. Siamo rimasti davvero affascinati e colpiti dalla sua storia.
Com’è stata la tua esperienza di vita “fuori famiglia”?
Sono arrivata in Italia 16 anni fa. Il primo impatto con questo Paese è stato molto forte: sono arrivata in Italia con mio fratello gemello, in quegli anni a scuola eravamo gli unici bimbi di colore. Non dimenticherò mai la prima volta che abbiamo visto la neve! Un trauma, che mi porta ad odiare il freddo anche ora. Nei primi tempi ho fatto una vita normalissima, come tutti i miei coetanei, ma alla morte di mio zio, a cui ero stata affidata, gli assistenti sociali hanno deciso di inserirmi in una casa-famiglia gestita da suore di Casa Benedetta Cambiagio. Con loro ho vissuto i momenti più belli della mia vita. All’inizio era difficile: c’erano molte regole, io entravo nell’adolescenza e mi sentivo diversa dai miei coetanei, non potevo partecipare a feste ed eventi. Oggi lo capisco ma a quei tempi non lo vivevo sempre bene. Ancora oggi però ho un bellissimo rapporto con le suore che mi hanno cresciuta, le aggiorno sulla mia vita e fanno il tifo per me. Sono contenta del mio percorso e della persona che sono oggi e nonostante le difficoltà quel periodo mi è stato davvero di aiuto.
Come hai scoperto la tua passione per lo sport?
Proprio in quegli anni a Pavia ho scoperto, grazie a uno dei miei insegnanti, la mia più grande passione: l’atletica leggera. Io che ero sempre stata molto pigra ho visto invece gli occhi del mio insegnante brillare quando mi ha visto fare i primi tentativi con il getto del peso. Lo sport è stata la mia rivincita. Prima avevo perso mio padre, poi mio zio, ho vissuto un’infanzia molto difficile e senza punti di riferimento, anche a scuola facevo molta fatica. Inizialmente l’atletica è stata anche la scusa per uscire un po’dalla comunità! Lo sport è ancora oggi la mia forza, decreta i miei ritmi di vita. Dallo sport ho imparato che solo impegnandosi si migliora e sono riuscita poi a trasferire questi valori anche nello studio. Da quel momento sono cambiata anche a scuola. Avvicinarsi allo sport è un’esperienza bellissima. Nonostante io fossi sola in Italia, grazie alla casa-famiglia e allo sport non mi sono mai sentita sola.
Cosa ha significato per te ottenere dopo tanta fatica la cittadinanza italiana?
Mi ha cambiato la vita, è stato il giorno più bello. Il giorno prima di quel 30 aprile ho ricevuto una telefonata che mi diceva di presentarmi in Prefettura, non sapevo cosa aspettarmi. Finalmente era arrivato il Decreto del Presidente della Repubblica che mi conferiva la cittadinanza italiana. Ho provato un mix di emozioni e da quel momento mi sento finalmente più libera di essere me stessa. Senza cittadinanza ti senti a casa, ma mai fino in fondo. A 14 anni avrei potuto candidarmi per partecipare ai Mondiali, era la mia grande occasione, ma quando ho capito che senza cittadinanza non potevo essere convocata da bambina sono improvvisamente diventata adulta. Ho dovuto districarmi da sola nella burocrazia: purtroppo nessuno mi aveva mai registrata all’anagrafe e ho capito che sarebbe stato difficilissimo per me diventare italiana. Io non ho mollato l’atletica, ma non avere la cittadinanza ha fortemente influenzato la mia carriera. Mi auguro che mai più i ragazzi debbano vivere le ingiustizie che ho vissuto io. Non siamo diversi da nessuno, siamo una risorsa per l’Italia, dobbiamo semplicemente essere riconosciuti come i nostri coetanei. Le cose devono cambiare.
Come Agevolando ci facciamo portavoce di questo messaggio perché siamo sicuri che l’Italia rinunciando a questi cittadini stia perdendo un patrimonio di ricchezze incredibile.
Grazie Danielle e in bocca al lupo per il tuo futuro, che siamo sicuri sarà costellato di nuovi successi!
A cura di Silvia Sanchini
Per rivedere l’intervista condotta da Carlo Ferrario in occasione del Care Leavers Day: