Katia: “La comunità, una seconda possibilità per tutti”
Le vite di Nicla e Katia tra qualche giorno cambieranno.
Nicla Gadaleta coordina da molti anni la comunità educativa per minori Zorba a Terlizzi, in provincia di Bari. A breve lascerà questo incarico e inizierà una nuova avventura professionale.
Katia è poco più che maggiorenne e in quella stessa comunità ha trascorso gli ultimi 7 anni della sua vita, se si esclude un periodo in Affido pre-adottivo che però non si è concluso come previsto. Dopo la maturità al Liceo delle Scienze Umane con un eccellente risultato e una tesina dedicata proprio al tema della famiglia e dell’adozione, si è iscritta all’Università a Lecce e nei prossimi giorni lascerà la comunità per trasferirsi nella città che ha scelto per i suoi studi e che è anche la città dove vive sua sorella.
Nel suo percorso Katia potrà contare su un sostegno erogato attraverso una borsa di studio dalla sezione tarantina di Agevolando, grazie alla collaborazione con l’associazione Asa (Associazione solidarietà adozioni).
Incontriamo Nicla e Katia in questo momento di grandi cambiamenti per entrambe e rivolgiamo loro qualche domanda.
Nicla, qual è stata la prima volta in cui hai sentito parlare di Agevolando?
Ho conosciuto l’associazione nel 2019 mentre frequentavo presso l’Università di Ferrara il Master “Tutela, diritti e protezione dei minori” coordinato dalla prof.ssa Paola Bastianoni. Dopo anni di lavoro in comunità per me il tema di cosa accade ai ragazzi una volta usciti dai percorsi comunitari era di primaria importanza. Non volevo ritrovarmi ancora una volta sola insieme ai ragazzi e alle ragazze ad affrontarlo e ho capito che era necessario iniziare a costruire una rete, attivare delle sinergie. Non è possibile costruire da soli dei percorsi di autonomia mentre spesso noi educatori e educatrici ci sentiamo proprio così. Quello che è accaduto per Katia mi sarebbe piaciuto accadesse anche a tanti altri prima di lei e spero possa aprire la strada a nuove collaborazioni future tra Agevolando e la nostra comunità educativa così come con le altre presenti sul nostro territorio.
Ora che Katia lascerà la comunità che cosa le auguri?
Io e tutta l’equipe di Zorba abbiamo assistito alla crescita di Katia, alle sue conquiste e sono felice che Katia intraprenda questo percorso di studi e possa avvicinarsi a sua sorella, perché anche lei è un grandissimo esempio di rinascita e riscatto da un passato molto doloroso. Nonostante tutte le difficoltà che hanno vissuto sono due ragazze determinate e sono sicura che Katia riuscirà a raggiungere grandi obiettivi e a realizzare i suoi sogni.
Katia, ci racconti qualcosa della tua storia?
Ho vissuto in comunità tutta la mia adolescenza e, dopo la dichiarazione dello Stato di abbandono, ho anche vissuto una breve esperienza di Adozione che purtroppo non si è conclusa bene. In comunità mi sono sentita salvata, aiutata, allontanata da delle persone che per me erano nocive. All’inizio nessuno è contento di entrare in una casa piena di estranei, senza genitori e vivere lì, ma per me non è stato in realtà molto difficile ambientarmi, perché ho potuto prendermi cura di me stessa, cosa che prima non avevo mai fatto. Per la prima volta mi sono trovata a non prendermi io cura degli altri ma erano gli altri che si prendevano cura di me. Inizialmente tutti sperano prima o poi di uscire dalla comunità, ma non perché si stia male, solo per tornare con la propria famiglia, a cui comunque si rimane legati nonostante tutto il dolore vissuto e le esperienze negative subite. Ho avuto anche io questa speranza per un bel po’ di tempo, soprattutto quando venivano ragazzi nuovi e subito dopo andavano via, mentre io rimanevo lì. Piangevo, perché provavo affetto per loro ma anche perché il mio turno non arrivava mai. Lentamente mi sono abituata, non mi pesava più questa cosa, ormai a Terlizzi mi ero creata la mia vita e avevo un sacco di amici che mi sono sempre rimasti accanto.
Cosa significa per te contare su questa borsa di studio?
È davvero bello che persone che non mi conoscevano abbiano scelto di investire su di me con questo gesto e aiutarmi. Io non vedevo l’ora di compiere 18 anni, ma avevo anche paura per il mio futuro. Però ho sempre desiderato poter continuare gli studi e in particolare studiare per diventare educatrice: mi affascina questo lavoro e il fatto di aver vissuto in comunità mi rende più sensibile a comprenderlo. In questi anni la comunità per me è stata una seconda possibilità, di cui tutti dovrebbero avere diritto. Spesso per noi ragazzi riconoscere che la nostra famiglia di origine ha dei problemi è molto difficile. Ma quando riesci ad accettarlo puoi davvero iniziare una seconda vita, con l’aiuto di educatori e educatrici che diventano come una nuova famiglia. Così come io sono stata aiutata vorrei offrire ad altri il mio aiuto. Ora sto bene e voglio progettare il mio futuro.
Commentano così questo risultato Alessandro Mancarella e Marina Ortini, Agevolando Taranto: “Nel 2019 abbiamo avviato una raccolta fondi in collaborazione con l’associazione Asa e dovevamo decidere a chi destinare il contributo. Abbiamo poi conosciuto Nicla e Katia e avviato con loro un percorso di conoscenza e collaborazione. Siamo molto felice che la nostra sede abbia allargato il suo raggio di azione estendendosi anche a Bari e man mano che abbiamo conosciuto meglio Katia siamo rimasti colpiti dal suo coraggio e dalla sua forza. Poterle fare avere il nostro sostegno per noi è vero motivo di orgoglio”.
Da tutti noi di Agevolando un grazie ad Asa e in bocca al lupo a Katia per la sua nuova avventura universitaria!
A cura di Silvia Sanchini