Leave Care – Live Life! Il racconto dei partecipanti italiani al meeting di Bucarest
Circa 40 professionisti provenienti da Italia, Inghilterra, Croazia, Irlanda e Romania si sono incontrati a Bucarest dal 4 al 6 aprile per una tre giorni di formazione nell’ambito del progetto europeo “Leave care Live life”, di cui Agevolando è capofila. Dall’Italia hanno partecipato Ketty Francolini, Angela Ferrero, Michela Peroni, Alessandro Piras, Gabriele Ronco, Daniele Mango, Valeria Marra, Gaia Pedron, Marco Mosetti accompagnati da Diletta Mauri e Maria Chiara Vita Finzi, che coordina il progetto. Il racconto dei protagonisti:
Agevolando si impegna da diversi anni a sostenere e dare voce a quei ragazzi usciti da percorsi di accoglienza residenziale (Comunità educative, case-famiglia, affidamenti residenziali), chiamati “care leavers” e che nel sistema italiano, una volta raggiunti i 18 anni, spesso vengono lasciati a sé stessi, con il loro bagaglio di vissuti ed emozioni e il grande compito di diventare indipendenti.
I ragazzi italiani, però non sono i soli, in ogni paese europeo e del mondo ogni Care leaver ha questo grande scoglio da superare e viene sostenuto dal mondo dei servizi (formali e informali) in modo differente a seconda dello Stato in cui vive.
Di fronte a queste grandi differenze nei diritti di persone nella stessa condizione, Agevolando si è posto l’obiettivo di iniziare a mettere in rete le diverse realtà, i diversi metodi di lavoro, al fine di elaborare delle raccomandazioni da presentare alla conferenza transnazionale dei Care leavers a Bruxelles che si svolgerà a novembre 2019.
Questo lavoro, iniziato già nel 2017, ha riunito a inizio aprile diversi operatori sociali (assistenti sociali, psicologi ed educatori) e care leavers provenienti dai 5 paesi partner del progetto europeo “Leave care live life” (Romania, Irlanda, Inghilterra, Croazia e Italia) a Bucarest per una tre giorni di formazione.
Dal confronto sulla situazione sociale e legislativa dei care leavers nei diversi paesi, è emerso come l’Italia e la Romania siano territori che ancora “faticano”, per vari motivi sia di natura legislativa che economica, a pensare ad una progettualità socio-assistenziale che prenda in considerazione questa fascia di popolazione.
I Paesi anglosassoni presentano invece un sistema assistenziale maggiormente sviluppato, più maturo e consapevole.
Si prenda come esempio l’Irlanda, dove i ragazzi di età superiore ai 16 anni, massimo 20, che abbiano vissuto nell’arco della loro vita per un periodo non inferiore ai 12 mesi in una struttura residenziale o in affidamento familiare, hanno diritto all’elaborazione di un “Aftercare Plan” (piano post accoglienza), che prende in considerazione i bisogni globali dei ragazzi (formazione, occupazione, salute, benessere personale e sociale, abitazione e sostentamento economico). I ragazzi così affiancati riescono a raggiungere una vita dignitosa e soddisfacente.
In Inghilterra, invece, i ragazzi hanno diritto ad essere seguiti fino all’età di 21 annida un mentore, che elabora insieme a loro un piano simile a quello irlandese. Infatti, vengono stanziati dei finanziamenti per sostenere le spese del college e dell’università.
L’aspetto più impressionante rispetto a questi sistemi è che il Children (Leaving Care) Act risale all’anno 2000. Già 19 anni fa l’Inghilterra aveva previsto a livello normativo un sistema di sostegno ai ragazzi cresciuti fuori dalle famiglie di origine.
In Italia il livello normativo non è molto sviluppato e particolarmente frammentato essendoci delle differenze anche a livello regionale. Purtroppo, le risorse e gli strumenti istituzionali sono esigui, la maggioranza delle iniziative vengono da associazioni e privati. Ma nel 2018 per la prima volta anche l’Italia si è dotata di un fondo sperimentale per i care leavers, che per tre anni finanzierà progetti per i ragazzi accompagnandoli fino al 21esimo anno.
La formazione ha permesso di far luce e confrontarsi sull’esistenza di alternative che sono economicamente, professionalmente ed umanamente possibili.
In questi 3 giorni si sono create relazioni professionali tra i partecipanti dei diversi paesi, ma anche di diverse regioni italiane. Questa sinergia soprattutto tra i partecipanti Italiani rappresenta un buon punto d’inizio per ulteriori progetti di advocacy con l’obiettivo di dare in Italia voce a chi ancora ne ha poca.
A cura di Angela Ferrero, Valeria Marra, Gabriele Ronco
Read in EnglishLeave Care Live Life! What participants report…
About 40 professionals from Italy, UK, Croatia, Ireland and Romania met in Bucharest from 4thto 6thApril for three days of training in the framework of the European project “Leave care Live life” (Funded by Erasmus Plus programme), led by Agevolando. The perspective of the Italian participants
Agevolando’s commitment since its birth is to supporting and giving voice to children leaving residential care (communities, group homes, residential care, foster care etc..) known as “Care Leavers”. Within the Italian system, such children, upon reaching 18 years of age are often left to themselves, with limited experience and emotional development to equip them be autonomous in the society.
Italian youngsters are not alone anyway: in all the European countries and worldwide, every Care Leaver has this great obstacle to overcome and is variously supported by a collection of public services (formal and informal) depending on where he or she lives.
Fully aware of these great differences in the rights of people in the same condition (depending on the involved Country), Agevolando with four Eu partners set itself the goal of starting the networking among the different realities, forms of support and methods of services’ delivery in order to develop recommendations to be presented at the transnational conference of Care Leavers to be held in Brussels in November 2019.
This work which began in 2017, funded by the EU programme Erasmus Plus, brought together in early April 2019 several professionals (social workers, psychologists and educators) and Care Leavers from the 5 partner countries (Romania, Ireland, United Kingdom, Croatia and Italy) in Bucharest for a three days training course about participation.
From a comparison on the social and legislative situation of Care Leavers in the different countries, it emerged that Italy Croatia and Romania are places where still it is a problem, for various reasons both legislative and economic, to think of a social and welfare project taking into account this population group.
The Anglo-Saxon countries, on the other hand, have a more developed, mature and aware welfare system.
Take Ireland as an example, where children from ages of 16 to 20, who lived for a period of not less than 12 months in a residential or foster family, have the right to develop an “Aftercare Plan” (post-accommodation plan), which takes into account the overall needs of the child (education, employment, health, personal and social well-being, housing and economic support). The children thus supported manage to achieve a dignified and satisfactory life.
In UK, on the other hand, children have the right to be followed until the age of 21 by a mentor, who works with them to develop a plan similar to the Irish one. In fact, funding is allocated to support the costs of college and university.
The most impressive thing about these systems is that the Children (Leaving Care) Act dates back to the year 2000. As early as 19 years ago, UK had already introduced a legislative system to support the transition to adult life of children grown up outside their families of origin.
Unfortunately, institutional resources and tools are exiguous, most initiatives come from associations and individuals. But for the first time in 2018, Italy too has set up an experimental fund for care leavers, which for three years will fund projects for transition to adulthood, accompanying them up to the 21st year.
The Training allowed participants to shed light on and discuss the existence of alternatives that are economically, professionally and humanly possible.
During these 3 days professional relations were created among the participants from different countries, but also from different Italian regions. This synergy, especially among the Italian participants, represents a good starting point for further advocacy projects with the aim of giving a voice to those who currently have little say within Italy.