Renzi intervenga finalmente a favore dei neomaggiorenni “fuori famiglia”
ABBIAMO SCRITTO A MATTEO RENZI PERCHE’ INTERVENGA FINALMENTE A FAVORE DEI NEOMAGGIORENNI “FUORI FAMIGLIA”
Oltre 500 associazioni che si occupano di infanzia in Italia hanno chiesto al premier Matteo Renzi con un appello di intervenire, con i decreti attuativi del Jobs Act, per evitare la marginalizzazione dei giovani senza famiglia una volta divenuti maggiorenni.
Tra le associazioni coinvolte non poteva mancare ovviamen- te Agevolando che, insieme a Fondazione Domus de Luna, Terra dei Piccoli Onlus, Gruppo “#5buoneragioni per accogliere i bambini e i ragazzi che vanno protetti”, Cismai, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (Cncm), Progetto Famiglia e SOS Villaggi dei Bambini, ha proposto al Governo che vengano inseriti nel Jobs Act meccanismi concreti che promuovano l’integrazione lavorativa e l’accompagnamento verso l’autonomia dei giovani neomaggiorenni provenienti da comunità di tipo familiare o famiglie affidatarie. La proposta è stata consegnata anche in versione cartacea al Premier ieri mattina in Senato.
Sono circa 3200 i neomaggiorenni che ogni anno escono dai percorsi di accoglienza in Case famiglia e famiglie affidatarie, di cui almeno duemila non rientra nella famiglia d’origine. Questo significa che ogni anno duemila giovani particolarmente vulnerabili, raggiunta la maggiore età, vengono lasciati completamente soli ed esposti al rischio di marginalizzazione e povertà.
Una mancanza che dà vita ad una situazione inaccettabile, che alimenta il circolo vizioso della marginalizzazione e vanifica gli effetti dell’investimento che lo Stato sostiene per promuovere la crescita individuale di ciascun bambino e adolescente senza o fuori famiglia.
Vi invitiamo a diffondere e condividere l’appello perché sempre più persone prendano consapevolezza della situazione e, soprattutto, perchè possa presto giungere una risposta a queste nostre richieste.
Grazie!
Il documento: L’Italia ha un patrimonio di giovani “fuori famiglia” da valorizzare
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